Luogo di ricordo a Roma (RM)

“Non conoscevo questa parrocchia, l'ho conosciuta ieri in una triste occasione, il funerale del fratello di un collega, un'idea però me la sono fatta, sentendo l'omelia dell'officiante, coinvolgente, accessibile a tutti, andava, insomma, diretta al cuore, come è la Parola dell'Altissimo, quindi deduco che se quel presbitero è il parroco inevitabilmente avrà una sequela non indifferente.”

“In memoria dei caduti di Ostia in tutte le guerre”

“CINEMA ITALIANO E 'STRACULT' PERDONO NICOLA DI GIOIA, 73 ANNI, NATO A ANDRIA MA TRAPIANTATO DA SUBITO A ROMA, STUNTMAN, ATTORE, ORGANIZZATORE, STORICO ACCHIAPPA-MOSTRI PER FELLINI, PRESENZA FONDAMENTALE E INFATICABILE IN UN NUMERO IMPRECISATO DI FILM DI OGNI TIPO Il cinema italiano e il cinema stracult perdono anche Nicola Di Gioia, 73 anni, nato a Andria ma trapiantato da subito a Roma, stuntman, attore, organizzatore, storico acchiappa-mostri per Fellini, presenza fondamentale e infaticabile in un numero imprecisato di film di ogni tipo. Peplum come Ponzio Pilato o Romolo e Remo, comici come 002 agenti segretissimi, western come Un poker di pistole o Tre pistole contro Cesare, Merola movies come La tua vita per mia figlio, Bud-movie come Banana Joe, gialli, storici. Non se li ricordava nemmeno tutti. Ogni tanto spuntava un titolo nuovo, come Accattone. Per Dino Risi, Nicola era tout court il cinema. Per Carlo Verdone, che lo avuto come attore a più riprese, Nicola aveva “la voce più scojonata del cinema italiano”. Proprio la sua voce così roca, così particolare, così “scojonata” gli aveva dato una sorta di nuova vitalità nella commedia recente, da Verdone a Giovanni Veronesi a Paolino Ruffini, che lo ha voluto come Darth Vader in Tutto molto bello. Per me era non solo un fratello d’avventure, ma la chiave per andare alla ricerca di caratteristi e attori che avevano fatto, come lui, il cinema. Lo avevo incontrato per la prima volta in tv su Orgoglio Coatto dove aveva il ruolo del reclutatore di coatti per me e Carlo Verdone. Aveva riempito il Teatro delle Vittorie di presenza davvero temibili. Da lì era diventato un elemento fondamentale di Stracult. E se penso a Stracult penso proprio a me e a Nick che andiamo in giro per l’Italia alla ricerca di grandi caratteristi degli anni ’60 e ’70 come Ennio Antonelli, il Manzotin di Febbre di cavallo, di Nino Terzo, il Tartaglione d’Italia, di Osiride Pevarello, che si presentò a 90 anni passati in moto con in mano un cocomero, di attori misteriosi come Ken Klark. O alla ricerca di stuntman come Mario Novelli o Gilberto Galimberti, scomparsi anche loro da poco. O di vecchi attori mal ridotti, come Max Turilli, che ci aprì la porta di una una specie di inferno dove abitava. Nick non si fermava di fronte a niente e poteva ritrovarti chiunque. Conosceva il cinema italiano, i suoi set, le sue geografie assurde come pochissimi altri al mondo. Non c’era strada romana che non conoscesse e dove non avesse girato. Se appariva su un set lo conoscevano tutti. Quando andammo alla ricerca di vecchi attori e stuntman di spaghetti western arrivarono personaggi mitologici mai visti prima da nessuno, come Angelo Susani detto “Ciuffo”, un pelatone triestino controfigura di Livio Lorenzon che era passato da ruoli di mongolo nel peplum a quelli di messicano. O registi dimenticati come Franco Lattanzi, che mentre girava un film per un produttore, ne girava contemporaneamente un altro con gli stessi set per se stesso. Nicola mi aveva aperto le porte di un cinema incredibile ben lontano da quello ufficiale, anche se aveva a lungo bazzicato anche quello. Per Mario Monicelli era un ricercatore di vecchietti, anche se molti non reggevano il secondo richiamo sul set. Anche per Dino Risi aveva costruito il cast minore di Dago Se lo conoscevi, come accadde a me e a Verdone, era impossibile farne a meno. Lo conosceva meglio di tutti Federico Fellini, che gli aveva dato una mano per i cast più assurdi, reclutando i nani per Ginger e Fred.”

“Affissa sulla facciata di un minuscolo caseggiato, adibito ad ufficio parrocchiale, addossato sul lato sinistro della chiesa di San Tommaso di Villanova, pertanto poco visibile a chi volesse leggerne l'epigrafe, questa targa marmorea è il giusto tributo conferito ad un uomo che nel secolo XIX si distinse in modo eccelso nelle scienze archeologiche e ne professo' lo studio seguendo l'ispirazione cristiana. Al de Rossi dobbiamo non solo la scoperta delle catacombe di San Callisto sull'Appia Antica bensì anche il fatto che oggi possiamo visitare il meravigluoso complesso architettonico dei Santi quattro coronati al Celio e continuare ad ammirare quel bel tratto delle mura aureliane contigue alla ex Porta Salaria, cosa che non avremmo avuto la possibilità di fare se questo preclare archeologo non si fosse opposto al progetto dei piemontesi che, successivamente alla presa di Porta Pia, volevano, per esigenze edificatorie ed urbanistiche, abbattere questi due magnifici siti. Il de Rossi si spense all'interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo durante il Pontificato di Leone XIII. La targa è stata apposta dal Collegium cultorum Martyrum nel 1897.”

“Riposante. Con ottima vista”

“Casa ben ristrutturata e accogliente, personale molto gentile e disponibile”

“Benvenuto cordiale. Bella camera separata e posizione tranquilla. Difficile da raggiungere con i mezzi pubblici. Un taxi dall'aeroporto costa una tariffa fissa di € 50. È meglio ordinare un Uber.”

“Cinzia e Lidia una garanzia”

“Eccellente, ogni volta esco soddisfattoa e felice.”

“Posto incredibile”

“Il restyling lo ha reso più grande e più bello Unico nel suo genere con giardino interno e terrazzo privato Prezzi adeguati alla qualità e quantità del cibo Si mangia bene e si sta bene”

“Chiediamo grazie abbondanti. Questa donna, ragazza, madre e santa. A lei, che ha saputo abbandonarsi alle mani amorevoli di Dio.”

“Personale gentile molto pulito il cafè molto buono. Parcheggio quasi sempre libero accesibile pure per disabili. prezzi amedi.”

“Un posto dove dormire bene ,optima accoglienza, stanze pulite,personale qualificato,da raccomandare e anche prezzo giusto.”

“Scelti per un evento per il quale avevamo bisogno di alcuni gadget in plastica, che i nostri ospiti hanno apprezzato molto. Grazie!”

“ottimo”

“CI SONO NATA”

“Un ristorante curato nei dettagli sia all'esterno che all'interno! Suggestiva l'atmosfera e molto romantica. Per quanto riguarda il menu, abbiamo un'ottima scelta degli alimenti sia a base terra che mare! Ottimo il taleggio e speck ma imbattibile il prosciutto di black angus affumicato con burrata artigianale campana! Ottima anche la focaccia! I primi erano DIVINI! Il personale molto preparato e cortese! La cameriera è molto brava nel suo lavoro e ti mette a tuo agio! Ci tornerei volentieri, fortemente consigliato!”

“Ottima cucina, fuori dai soliti schemi della gita fuori porta, piatti originali e di qualità, chef gentile e premuroso. Location molto originale, Grotta naturale sotto un palazzo del 1600 con cisternone romano.”

“Tutto fresco e di qualità! Claudio, Antonella e Valerio gentilissimi e disponibili. Top!”

“Posto eccezionale , staff gentile e sempre disponibile ! Cucina ottima , al prossimo viaggio ci ritorno volentieri !”

“Accogliente pulito e con due fontane”

“Pietre della Memoria o Pietre d’Inciampo in memoria della famiglia Consiglio, Di Castro e Di Tivoli”

“Bel cimitero curato”