Tomba dei campi elisi

"Il piccolo colombario detto Tomba dei Campi Elisi, o Tomba dei dipinti, risale al II sec. d.c., in esso le pareti affrescate raffigurano le beatitudini dei giusti nel paradiso pagano. Tutto si spiega capendo che si tratta di due ragazzi morti prematuramente, a cui i genitori disperarti dedicarono una tomba con un aldilà pieno di beatitudini. I giovani compaiono raffigurati con fedele realismo in medaglioni all’interno di tabernacoli, e vengono evocati più volte nelle scene pittoriche: il passaggio del fiume Lete e le quattro scene dei giochi beati (il plaustrum, gli astragali, la moscacieca, il trigon). Invece i genitori compaiono nella scena di mestizia e nel banchetto dei giusti. Completano gli affreschi la coppia di pavoni, la coppia di caproni, le quattro stagioni. La tomba è scavata nel tufo e presenta 26 nicchie, sei fosse e due sarcofagi. È stata scoperta nel 1951. Fortunatamente non ha seguito la sorte di tanti colombari depredati e abbandonati le cui decorazioni sono state lasciate a sbiadire nel tempo. Questa volta invece la tomba è stata stata intagliata e trasportata al Museo Nazionale Romano."

"La c.d. Tomba a camera dei dipinti, nell’AULA X si trova nel Museo delle Terme Di Diocleziano, il cui ingresso è in Viale Enrico de Nicola, 78 nel Rione XV (Esquilino) L’AAULA X faceva parte di una delle entrate delle Terme. Le Terme di Diocleziano, le quali erano riccamente decorate, erano quelle più grandi del mondo romano, infatti avevano un’area totale di circa 13 ettari, potevano contenere circa 3.000 persone e furono costruite dal 298 al 306 d.C., restando in funzione fino al VI secolo. Poi la decadenza e solo dal 1889 divenne la sede del Museo che fa parte del Museo Nazionale Romano. Il sepolcro (del II sec. d.C.) venne ritrovato al Portuense (Roma) negli scavi del 1951, si trattava di una tomba ricavata da un blocco di tufo, di forma rettangolare forse per un’unica famiglia, con varie nicchie, nella parete antistante l’entrata vi sono tre edicole con frontoni triangolari, con diversi affreschi che raffigurano la vita dei giusti in una sorta di paradiso pagano (i c.d. Campi Elisi). Spiccano sul lato antistante l’entrata due medaglioni che raffigurano due giovani morti prematuramente i cui genitori gli dedicarono questa tomba ricca di speranza per un futuro gioioso dei loro figli oltre la vita terrena. In basso sulla destra della parete principale probabilmente sono raffigurati, vestiti con abiti eleganti, i genitori dei due ragazzi, quasi a volere vegliare i due giovani morti prematuramente. Questo spirito di speranza, lo vollero rappresentare con suggestivi affreschi, importante quello della parete destra che raffigura, in un ambiente sereno, diversi giochi dei beati, in esso spicca sulla sinistra un ragazzo che sembra divertirsi su un precursore del monopattino, un altro un gioco con la palla utilizzando le mani, un altro una specie di mosca cieca etc. Un luogo che ha sfidato il tempo ed è arrivato ai nostri tempi in una condizione eccezionale, rendendo quindi una importanza testimonianza degli usi e costumi di quei tempi, anche con la raffigurazione dei giochi che facevano i giovani dell’epoca. Bellissimo, per me, per la sua dettagliata rappresentazione degli usi e costumi dell’epoca, il più significativo fra quelli presenti."

"Le tombe si trovano nella sala delle terme. Stranamente, nemmeno il personale in loco ne era a conoscenza."

"Meglio nota come "Tomba dei dipinti", è la seconda meraviglia che è custodita nell'aula X delle terme di Diocleziano e che insieme alla dirimpettaia tomba degli stucchi costituisce la coppia di sepolcri provenienti dagli scavi del 1951 sulla via portuense e sottratta al tragico destino di spoglio o incuria attraverso l'asportazione in blocco e la musealizzazione. Non si può (e non si deve) varcare la soglia è accedere ma dall'uscio si vede bene il tesoro che custodisce fatto da un colombario completamente affrescato su pareti e volta è dedicato a due giovani morti probabilmente prematuramente. Il nome deriva dal fatto che i giovani sono rappresentati tra i campi Elisi (il paradiso pagano) nelle beatitudini, costituite da quattro giochi tra i quali anche la nostra moscacieca. Due finestrelle laterali rispetto l'ingresso probabilmente dovevano consentire ai pellegrini di passaggio di poter ammirare l'omaggio dei genitori ai propri figli e unirsi al loro dolore per la perdita. È impressionante come i colori siano rimasti vivaci ed è commovente l'amore che traspare nel vedere i dipinti come antesignani di un odierno book fotografico dei momenti più belli. Guardate le foto e i video che ho postato e le altre recensioni che ho fatto su Roma e le sue meraviglie e se sono stato utile cliccate su utile e se volete seguitemi"