Spirituale a Rieti (RI)
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san Giovenale
● ApertoVia Giuseppe Garibaldi, 230, 02100 Rieti RI, Italia“Chiesa di San Giovenale La chiesa intitolata al Santo vescovo di Narni Giovenale, annoverata tra le ecclesiæ reatine nelle bolle emanate nel corso del XII secolo dai papi Anastasio IV e Lucio III, documentata già nel X secolo, fu a lungo pertinenza dell’abbazia di Farfa le cui proprietà dal Borgo si estendevano fino all’interno della città. Solo nel corso del secolo successivo, quando Rieti poté vantare il rango di sede pontificia, anche San Giovenale entrò a far parte delle chiese urbane soggette alla curia vescovile, così da assumere titolo parrocchiale esercitando cura d’anime per gli abitanti del rione di Porta Carceraria, che segnava il limite dell’abitato circoscritto dalla più antica cerchia muraria di epoca romana. Fino dal XIV secolo, il 3 di maggio vi si celebrò solennemente la festività del Santo tiolare con la partecipazione dei Canonici della Cattedrale. La Visita Apostolica condotta da monsignor Pietro Camaiani nell’inverno 1573/1574 al fine di verificare lo stato di attuazione dei decreti tridentini nella Diocesi di Rieti ne lascia una dettagliata descrizione. Al tempo la chiesa era retta dal parroco don Tommaso Buccioni, idoneus pro cura animarum exercenda. Il Visitatore ne lodava l’antichità e l’ampiezza, ma non poteva esimersi dal biasimare la povertà e lo stato di abbandono, imponendo entro l’estate la riparazione del tetto e della pavimentazione, preceduta prima della Pasqua la doratura di un calice e di una patena, la confezione di una casula bianca, la sostituzione dell’altare portatile con una più decorosa mensa in pietra. Dagli Atti della Visita Apostolica ricaviamo un dato interessante: la popolazione in cura d’anime è all’incirca in trentacinque famiglie, pari dunque a poco meno o poco più di 200 abitanti. Agli inizi del XVII secolo, nel 1614, la chiesa era ancora menzionata come rettoria. La Descrittione della città di Rieti dedicata dal giovane, dotto Canonico Pompeo Angelotti al cardinale Giovanni Francesco dei conti Guidi di Bagno destinato nel 1635 alla cattedra episcopale reatina, annotava che a San Giovenale erano attive le confraternite della Madonna del Carmine e di San Carlo Borromeo. Proprio il cardinale di Bagno nel 1537 trasferì quest’ultima presso la vicina chiesa di Santa Marinella, costituendola come confraternita d’Oratorio. A fine secolo, presso la chiesa di San Giovenale Isabella Breccika Milesi, Commensale vedova delle Oblate del SS.mo Bambino Gesù, con l’approvazione del vescovo Ippolito Vincentini istituì la scuola di catechismo per giovanette destinate al secolo, prima esperienza formativa a preludio dell’istituzione del convitto femminile di via della Verdura.La Visita pastorale condotta nel 1711 dal vescovo Guinigi attestava presso la chiesa l’esistenza di tre altari: l’altar maggiore dedicato a San Giovenale, i laterali intitolati rispettivamente a San Giuseppe e alla Madonna del Carmine. La successiva Visita pastorale del 1727, condotta dal vescovo Camarda, vi confermava la presenza della confraternita della Madonna del Carmine. Intanto, nel 1739 il rinvenimento di una miracolosa immagine mariana sulla parete della scala di un vicino palazzo gentilizio aveva acceso gli animi e promosso la costruzione di una chiesa intitolata alla Madonna della Scala, abbondantemente finanziata dagli Amati, proprietari del palazzo, sulle fondamenta dell’antico oratorio confraternale di San Vincenzo Ferrer, ormai abbandonato dopo la soppressione del 1739 che aveva colpito le più ricche confraternite dell’Umbria meridionale per destinarne i beni all’istituzione del brefotrofio di Narni. Nel 1764, il titolo parrocchiale fu trasferito da San Giovenale alla chiesa nuova. Pochi anni più tardi, abbandonata e profanata, l’antica chiesa di matrice farfense fu demolita. La chiesa così dedicata alla Madonna della Scala e ai Santi Giovenale e Vincenzo Ferrer, costruita a partire dal 1741, ottenne nel 1765 il titolo parrocchiale conferito dal vescovo Giovanni De Vita. L’ultimo intervento decorativo fu eseguito nel 1925 dall’artista romano Virginio Monti, autore degli affreschi della volta.”
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santa Maria Assunta
● ApertoVia Villerose, 49, 02021 Poggiovalle RI, Italia“Chiesetta di nuova struttura e di montagna sita nel paesino Poggiovalle,di origini medievali,tra Lazio e Abruzzo,valle del cicolano.Paese che si trova sul cammino dei Briganti e paese che ospitò nei moti post unità d'Italia (1861-1863) la banda Pietropaoli. Altitudine poco sotto i 1000 metri,che regala una vista su tutta la vallata fino a vedere il monte Velino.”
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san Francesco vecchio
● ApertoVia San Francesco Vecchio, 20, 02021 San Francesco Vecchio RI, Italia -
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Chiesa di San Pietro (San Pietro ad Muricentum o ad Centum Muros)
● ApertoVia Sargnano, 2, 02040 Sargnano II RI, Italia -
Casa di Riposo Villa Sabina
● Aperto“Che dire...non sembra una casa di riposo, ma una vera e propria villa !”
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san Rocco
● ApertoVia dei Laghi, 02010 Vasche RI, Italia“Chiesetta rurale, forse non molto antica, ma molto carina lo stesso. Accanto, presenta un'altrettanto bella edicola votiva. Viene aperta al culto un paio di volte l'anno.”
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Chiesa Parrocchiale dei Santi Fabiano e Sebastiano
● ApertoVia XX Settembre, 7, 02023 Fiamignano RI, Italia“La settimana scorsa sono stato accompagnato a visitare questa chiesa. Devo dire che mi sono trovato davanti ad un piccolo gioiello. Il dipinto dietro l'altare maggiore e la capriata lignea del tetto, meritano di essere visitate. Per diversi minuti sono rimasto a contemplare la bellezza di questi due manufatti. Ho saputo che la popolazione del luogo si è autofinanziata per la ristrutturazione e il restauro delle opere dopo il terremoto , in particolare per il dipinto dietro l'altare maggiore. Notevole, un vero capolavoro che non è giustamente apprezzato e conosciuto.”
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