Chiesa di Santa Maria dei Servi Via Belisario 2, 05018 Orvieto
Informazioni
La Chiesa di Santa Maria dei Servi è un'affascinante chiesa situata nel cuore di Orvieto, presso l'indirizzo 2 Via Belisario, Provincia di Terni, 05018, Italia. Questo luogo di culto, oltre a essere un importante punto di riferimento spirituale per la comunità locale, rappresenta anche una delle principali attrazioni turistiche della zona. La chiesa è un esempio magnifico di architettura storica, che offre ai visitatori un'atmosfera di pace e riflessione. All'interno, è possibile ammirare splendide opere d'arte sacra e dettagli architettonici che testimoniano la ricca storia e tradizione religiosa del luogo. Che siate in cerca di un momento di raccoglimento o desideriate esplorare il patrimonio culturale di Orvieto, la Chiesa di Santa Maria dei Servi è una tappa imperdibile. Vi invitiamo a scoprire questo gioiello storico e spirituale durante la vostra visita in città.
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Via Belisario 2, 05018 Orvieto, Provincia di Terni, Italia
Recensioni
"Piccola chiesa all entrata della città"
"Chiesa molto appartata al fuori del circuito turistico orvietano. Ha origini molto antiche, pur se l'attuale assetto architettonico appare, agli occhi dell'osservatore odierno, in linea con le moderne elaborazioni edificatorie. Il Vespignani pose mano alla risistemazione della chiesa nell'ottocento e ciò che vediamo oggi sia dall'esterno che dall'interno è opera del suo ingegno d'architettura. Lo stile è neoclassico, un portato che deriva dagli antichi ordini attuato mediante una rivisitazione moderna. Il colore bianco dell'interno ne permea l'intera struttura. Spiccano, all'interno, un bel crocifisso ligneo e una magnifica Madonna con bambino quattrocentesca."
"6/10/19 solo la facciata merita una sosta, l’interno è moderno."
"La prima costruzione della chiesa, in stile gotico, risale al 1259, per iniziativa dell'Ordine Mendicante dei Servi di Maria, nato nel 1233 a Firenze. Nel 1265 i Serviti, in vista della costruzione del convento, acquistarono case e terreni nel territorio della parrocchia allora denominata di San Martino, dove si trovavano cinque piccole chiese ora scomparse e innumerevoli abitazioni di contadini e artigiani, di cui ancora oggi si possono notare le interessanti tipologie. La struttura muraria originale della Chiesa, di cui sono visibili le pareti laterali esterne con i tufi a vista, ha subito nei secoli numerosi crolli, fino alla ricostruzione in forme neoclassiche della seconda metà dell'Ottocento, su progetto elaborato dall'architetto Virgilio Vespignani. La bianca facciata a due piani presenta, ai lati del portale timpanato, due nicchie profonde che creano effetti chiaroscurali. Tra il 1270 e il 1320, la chiesa fu ornata di opere importanti: la Madonna in trono col Bambino di Coppo di Marcovaldo, affresco distaccato e ora conservato nel Museo dell'Opera del Duomo, e il polittico su tavola di Simone Martini, raffigurante la Madonna col Bambino, a cui offre un fiore, con S. Caterina e S. Giovanni Battista, S. Maria Maddalena e S. Paolo. Agli inizi del '500 Luca Signorelli, mentre dipingeva in Duomo la Cappella di San Brizio, vi realizzò sulle pareti una fascia di tondi raffigurante da un lato alcuni frati esemplari venerati dall'Ordine Servita, e dall'altro i papi residenti a Orvieto nei secoli precedenti; l'ultimo pontefice dipinto pare sia Alessandro VI, morto nel 1503. Nel 1616 l'altare maggiore fu demolito e rimpiazzato da un altare in pietra di Bagnoregio. Nello stesso secolo, sulle pareti della chiesa si costruirono cinque altari, in onore di beati e frati dell'Ordine Servita che avevano ricoperto ruoli importanti durante l'insediamento della comunità in Orvieto. Tra questi l'altare del 1682 dedicato alla beata Giuliana Falconieri da Firenze, guida spirituale delle laiche aderenti all'Ordine, raffigurata nel '700 in una tela di Pietro Castellucci nella quale si notano la sagoma della Chiesa dei Servi e le guglie del Duomo di Orvieto; vicino al prete officiante c'è il beato Tommaso da Orvieto, con in mano il tradizionale ramoscello di foglie e fichi freschi: le sue reliquie furono riesumate e collocate sotto l'altare maggiore della chiesa mentre, nello stesso periodo, il pittore Pietro Bacci dipinse sulle pareti dieci medaglioni rappresentanti la vita e i miracoli compiuti dal santo. Dopo il 1860, a seguito della soppressione delle Corporazioni religiose, la chiesa divenne una stalla per i cavalli delle guardie di frontiera che risiedevano nel convento, finché nel 1870 fu messa in vendita e acquistata all'asta dal parroco Padre Francesco Riscossa. Si ripresero poi i lavori, per dare un ordine simmetrico all'insieme, riducendo gli altari da dieci a sette. La chiesa rinnovata presenta tre navate, con otto ampie cappelle ai lati, collegate tra loro da un corridoio, da cui si accede alla tribuna, antico coro adattato a sagrestia, presso cui si nota una finestra bifora, unica testimonianza dell'originario edificio gotico. Presso la parete interna della facciata si realizzarono due piccole cappelle, chiuse da cancelli in ferro battuto con le iscrizioni che ne ricordano la ristrutturazione e la consacrazione nel 1875. Danneggiata dal sisma del 1997 e chiusa per motivi di sicurezza, fu consolidata e riaperta al pubblico la notte di Natale del 1998."
"Questa è stata la prima chiesa che ho visitato quando ero in ferie ad Orvieto. Partendo dal pozzo di San Patrizio lungo il corso Cavour si scorge questa chiesa dall' aspetto moderno ma in effetti racchiude un vecchio convento risalente al 1265. Un'altra bella scoperta è il crocefisso in legno che risale al 1300. Non solo devozione ma anche tanta suggestione."
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