Tomba dei cento scalini 00174 Roma, Città metropolitana di Roma Capitale

"La mia esperienza risale a 60 anni fa, conosco molto bene 'la grotta dei cento scalini'. Quindi l'ingresso era molto diverso, ai lati delle pareti ci sono delle nicchie (vuote), in fondo c'è un sarcofago di marmo e prima di raggiungere il sarcofago ci sono due rami, uno a sinistra e uno a destra, in ciascuno uno ci sono cunicos molto stretti dove la gente andava alla ricerca, con candele, di improbabili tesori nascosti. Quando passa il treno, tutto laggiù trema e la terra ti cade addosso, abbiamo trattenuto il fiato e subito abbiamo continuato a cercare 'il tesoro'. Non abbiamo mai trovato nulla. La nostra età? 7-8 anni ;)"

"Il sito in realtà non è semplice da individuare, abbastanza nascosto e poco scorgibile da lontano. E' anche alquanto deludente, dato che si sostanzia in una botola metallica chiusa. E tuttavia è reso suggestivo innanzitutto dal panorama circostante, lo splendido scenario del Parco degli acquedotti. Parco degli Acquedotti, non lontano dalla chiesa di S. Policarpo nel quartiere Tuscolano, è chiamato così per i resti degli antichi acquedotti che lo attraversano. Interessanti anche le insegne papali in rilievo sulla botola di accesso, circostanza che origina una serie di leggende sulla natura dei cunicoli. Una leggenda abbastanza diffusa narra di alcuni ragazzi smarriti nelle grotte alla ricerca di un tesoro nascosto e rimasti lì a vagare, anche per colpa di alcuni teppisti che, vedendoli entrare, tagliarono le funi che li tenevano collegati all'uscita. La storia dei ragazzi smarriti nella grotta è la distorsione di un episodio di cronaca realmente accaduto negli anni ‘40 nelle cave di pozzolana sotto il Quadraro. Quattro giovani, accedendo da via Columella, si avventurarono nelle grotte adibite a fungaie, per poi perdersi nella fitta rete di gallerie (sotto Tor Fiscale si estendono per circa 18 chilometri). Furono trovati sani e salvi il giorno successivo. Da questo episodio, con il passaparola l’evento è stato nel tempo traslato alla grotta dei 100 scalini, e arricchito con riferimenti mitologici a Teseo e al filo di Arianna. I quotidiani dell’epoca riportarono nomi e cognomi di questi quattro impavidi esploratori, dell’età di 16, 15, 11 e 12 anni. In realtà, si tratterebbe di una vera e propria catacomba, dal momento che sono state rinvenute durante l’ultimo restauro circa duecento sepolture. Si narra poi che erano presenti gallerie che si estendevano verso l’Appia, fino a San Giovanni e la Casilina e che addirittura la galleria potesse essere utilizzata come via di fuga segreta dai papi. Qui si fa di nuovo confusione tra questo sito e le fungaie del Quadraro, dove effettivamente prima di numerosi crolli è più che ragionevole ipotizzare il collegamento tra le cave di Tor Fiscale, Quadraro, e Centocelle"