Giardino di Viale Val Padana

"Molto bello purtroppo tendenzialmente sporco anche se la situazione è un po’ migliorata"

"Molto sporco ristrutturato da poco ok mi sta bene ma va fatta la manutenzione purtroppo non esiste mi dispiace"

"Giardini se così li possiamo chiamare, molto sporchi, cestini della spazzatura sempre pieni."

"Quando vidi questo giardino la prima volta (1961) c'erano solo due filari di piccoli pini piantati da poco. Anni dopo il giardino venne "abbellito" (si fa per dire) da quell'obbrobrio di istallazione che nella mente di un architetto decerebrato avrebbe dovuto rappresentare il fiume Po che scorre appunto nella Val Padana. L'opera, secondo indoscrezioni dell'epoca, costò oltre due miliardi di lire, cioè una cifra colossale per l'epoca (circa metà anni '80) e i soliti amministratori comunali se ne fregarono bellamente di proiettarsi nel futuro della zona e pensare a quelle che avrebbero potuto essere le problematiche del quartiere, a partire dalle ignorate leggi già vigenti all'epoca, che avrebbero dovuto imporre la costruzione di idonei parcheggi sottostanti agli edifici costruiti lungo il viale. Considerando anche il fatto che Via Val Pellice era all'epoca interrotta, poco dopo l'inizio, da una sorta di trincea, ma che comunque si sapeva già che prima o poi sarebbe stata aperta per confluire su Via dei Prati Fiscali, e che pertanto il Viale Val Padana sarebbe stato alimentato da un nuovo notevole flusso di traffico, i nostri bravi "pianificatori" comunali non previdero, come forse sarebbe stato più intelligente, di creare all'interno del giardino stesso delle aree di parcheggio adeguate alla densità abitativa del viale stesso, come, ad esempio, era stato fatto, press'appoco nello stesso periodo lungo i giardini di Corso Trieste. Forse qualche assessore municipale dell'epoca si fece mettere due belle fette di prosciutto sugli occhi da chi aveva interesse a che fosse compiuta questa opera "artistica", che comunque, dopo pochi anni dalla sua inaugurazione tanto strombazzata, già era degradata e semi-fatiscente, tanto che nel corso degli anni si susseguirono lavori su lavori per la manutenzione dell'obbrobrio in questione. All'inizio era anche previsto (almeno nella parte finale) un ruscelletto d'acqua che avrebbe dovuto rappresentare il Po. Divenne una grande pozzanghera maleodorante di acqua stagnante, serbatoio di incubazione di zanzare, per cui dopo qualche anno l'acqua fu eliminata. A ciò si aggiunse, in anni più recenti, la ridicola decisione presa dai "furboni" del municipio, di eleminare il parcheggio "a spina" sul lato sinistro delle carreggiate, eliminando così almeno un terzo dei posti auto disponibili, con grande gioia di vigili urbani e carri attrezzi che per anni impazzarono nel viale, specialmente nelle ore antelucane, con multe salate e rimozioni forzate di auto parcheggiate non esattamente "a norma". A distanza di tanti anni i piccoli pini sono cresciuti ed anche le loro radici che hanno sconnesso tutti i marciapiedi che contornano il giardino, senza contare che la parte finale di quest'opera monumentale, cioè quella che affaccia sull'incrocio con Via Val di Sangro, da molti decenni ha visto interventi da parte dell'ACEA per sistemare una perdita d'acqua che, ad oggi (luglio 2020) non è stata ancora eliminata! Qualcuno ogni tanto cerca di abbellire un pò questo squallore con piccole composizioni floreali che spariscono al confronto della sporcizia e del degrado apportato dalla onnipresenza di zingari e barboni che mangiano, bevono, dormono e bivaccano lasciando in giro di tutto un po. Ma non ci sono solo loro a sporcare: anche molti proprietari di cani (che io osservo bene dalle mie finestre) lasciano spesso i bisogni delle loro "care bestioline" nel prato, fingendo di non essersi accorti che i loro amati hanno defecato a piacimento. Concludo dicendo che se potessi avere poteri "speciali" manderei un bulldozer a spianare tutto il "giardino", pini compresi e rivedrei completamente l'opera prevedendo maggiori spazi dedicati al parcheggio, magari uno o due spazi dedicati ai più piccoli, ed uno per i più grandicelli (magari una piccola pista di pattinaggio), due piccole aree recintate dedicate esclusivamente alla defecazione canina, piantumazione di essenze meno invasive dei pini e ripristino del parcheggio "a spina" là dove è stato sostituito dal parcheggio "in fila" Un abitante (dal 1969) di Viale Val Padana."

"Il giardino è abbandonato a se stesso con sporcizia e rifiuti in ogni angolo, è assente ogni progettazione ma nel complesso il giudizio è buono per i grandi pini presenti e per il verde che rappresenta"