Arco di Giano Via del Velabro 5, 00186 Roma, Città Metropolitana di Roma
Informazioni
L'Arco di Giano è una struttura imponente situata nel cuore di Roma, precisamente in Via del Velabro, 5. Questa magnifica costruzione è stata costruita nel IV secolo a.C. e rappresenta uno dei monumenti più suggestivi e iconici della città eterna.
Considerato uno degli establishment, punti di interesse e attrazioni turistiche di Roma, l'Arco di Giano è difficile da ignorare mentre si passeggia per le splendide vie della città. Questa maestosa costruzione, con le sue due facciate perfettamente identiche, rappresenta il simbolo del transito tra l'antica Roma e il mondo moderno.
L'Arco di Giano è stato costruito in origine come un passaggio monumentale, simbolo dell'accoglienza riservata ai visitatori e ai commercianti provenienti dalle varie parti dell'impero. Oggi è considerato uno dei luoghi più suggestivi e significativi di Roma, dove la storia antica e la contemporaneità s'incontrano, offrendo ai visitatori uno spettacolo unico.
Non importa la stagione, l'Arco di Giano è sempre affascinante e accogliente, con le sue maestose figure scolpite nella roccia e le arcate eleganti che si innalzano verso il cielo. Questa struttura rappresenta una delle attrazioni turistiche più importanti e visitate, richiamando turisti da ogni parte del mondo con la sua magnifica bellezza, il suo charme antico e la sua storia mozzafiato.
Se si desidera vivere un'esperienza unica e indimenticabile durante la propria visita a Roma, l'Arco di Giano è un posto imperdibile che lascerà sicuramente un segno indelebile nelle vostre menti. Non esitate a visitare questo luogo affascinante e incantevole, dove la storia e la modernità si incontrano in una perfetta armonia.
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Recensioni
"Bellissimo arco Romano peccato per il suo stato di abbandono tra erbacce e piante rampicanti e sporcizia non accessibile al pubblico con un altra cancellata che ne impedisce l'accessibilità al pubblico certo ne protegge da atti vandalici come quello avvenuto le due bombe nel 2023 a poca distanza nella chiesa del Velabro; secondo la leggenda il Velabro era la palude dove venne trovata la cesta di Romolo e Remo da Faustolo.L'imponente Arco e costituito da quattro pilastri rivestiti da lastre marmoree sovrastate da una volta a crociera le nicchie erano adornate da statue"
"Vedere l'Arco di Giano di sera è uno spettacolo, da quando la Fondazione Fendi se n'è preso cura, restaurandolo e illuminandolo con degne luci. Più che arco era un passaggio coperto a quattro fronti del IV sec. d.C., situato in una zona dell'antica Roma dove si sviluppava molto commercio. Non so se c'è ancora il bar ristorante 'Caviar Kaspia", nel palazzo Rhinoceros di Alda Fendi. Se è aperto in via del Velabro 9, consiglio una visita per godere di un panorama fra i più belli."
"Fu l’ultimo edificio monumentale costruito nella parte orientale dell’antico Foro Boario, una vasta area profondamente legata alla Roma delle origini e per secoli al centro di un’intensa attività commerciale per la sua vicinanza al Tevere che la rendeva, fin dai tempi più antichi, un punto naturale di approdo e di incontro tra civiltà. Il nome con cui è ancora oggi impropriamente noto risale al Cinquecento ma l’imponente arco quadrifronte è probabilmente da identificarsi con l’Arcus Divi Constantini menzionato nei Cataloghi Regionari, il registro degli edifici di Roma compilato nel IV secolo dopo Cristo. Studi recenti hanno in effetti chiarito come l’arco avesse una funzione celebrativa e sia stato costruito dai figli di Costantino in onore del padre, alla sua morte. A differenza di tutti gli altri archi onorari costruiti a Roma, l’Arco di Giano è a pianta quadrangolare, con quattro pilastri di sostegno coperti da una volta a crociera su cui poggiava un alto attico. Costruito in mattoni e rivestito con lastre di marmo, molte di spoglio, l’edificio è una splendida testimonianza del gusto del IV secolo. Due file di tre nicchie decorano i pilastri e al loro interno erano collocate in origine 48 statue. I soli resti oggi conservati dell’ornamento scultoreo sono però le quattro figure femminili sulle chiavi di volta: la dea Roma, Giunone e, forse, Minerva e Cerere. Come per molti altri edifici della Roma imperiale, la sua sopravvivenza si deve a un successivo riutilizzo con una funzione diversa: nel Medioevo l’arco fece da base a una torre della potente famiglia dei Frangipane che lo utilizzarono come una vera e propria fortezza. Parzialmente interrato durante i secoli, l’edificio tornò pienamente alla luce nel 1827: fu allora che venne demolito l’attico, di cui rimaneva solo il nucleo in mattoni e che venne per questo motivo ritenuto medioevale."
"Diciamo che piuttosto che le luci, sarebbe bene fare una pulita e togliere le erbacce che spaccano la pietra....peccato xchè sarebbe bellissimo anche con un minimo di manutenzione....certo la sera poi con le luci della Fendi è molto affascinante"
"Il più bistrattato degli archi romano eppure il più particolare essendo quadrifronte. Eh si perché dalla strada non Ve ne accorgete ma in realtà di archi questa struttura ne ha quattro. Di recente pare sia stato attribuito anche questo a Costantino ma non fatto costruire da lui. È recintato e si può vedere bene dal camminamento che gli passa accanto e porta a San Giorgio al velabro"
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