Abbazia san Pietro 27020 Breme

"Bellissima abbazia con un'interessante cripta al suo interno"

"L’abbazia di San Pietro a Breme (PV), si trova alla sinistra dell'edificio del Municipio. Fu costruita dai monaci olivetani nel 1500 su un precedente edificio dei monaci benedettini. L’abbazia subì importanti restauri nel 1650 e venne distrutta sotto Napoleone I. Il monastero è attualmente costituito da un chiostro, diversi fabbricati e un giardino terrazzato. Ben conservata è la cripta risalente all’anno 1000. La cripta è visitabile e si possono visitare anche le antiche cucine dei frati. Se siete in zona, tutta l'area merita una visita."

"L’abbazia viene fondata nel X secolo da monaci benedettini di Novalesa, in val di Susa, in fuga da incursioni saracene. Nel XVI secolo vi si insediarono gli Olivetani, a cui si deve la costruzione degli edifici attuali, ove ha tra l’altro sede il comune. Della costruzione più antica rimane solo la cripta rettangolare della primitiva chiesa scomparsa, in tre navatelle separate da colonne di marmo o laterizio. Molto interessante anche la cucina del vecchio convento, con un pozzo che forniva l’acqua per i bisogni dei monaci. L’insieme è molto suggestivo, il chiostro trasmette un senso di pace al di fuori del tempo. Monumento poco noto che merita assolutamente una visita, "autoguidata" seguendo le buone indicazioni fornite dai numerosi cartelli presenti."

"La storia dell’abbazia benedettina di Breme è legata indissolubilmente a quella della celebre abbazia di Novalesa, in Val di Susa, fondata nel 726 sulla Via Francigena: una delle più celebri d’Europa, centro di vita religiosa e spirituale e punto di riferimento della cultura del tempo. 4-CAMPANILE-2-tbAll’inizio del X sec., in seguito alle scorrerie dei pirati saraceni, i monaci fuggirono a Torino, portando con loro gli arredi sacri, gli oggetti preziosi e una parte della biblioteca. Alloggiati in un primo tempo nel monastero dei SS. Andrea e Clemente a Torino, i frati fuggiaschi furono presi sotto la protezione del marchese d’Ivrea Adalberto (padre del futuro re d’Italia Berengario II), che donò loro la chiesa di S. Andrea in Torino (oggi Santuario della Consolata) e le «curtis» di Breme e di Pollicino (corrispondente all’attuale cascina Rinalda), oltre a numerosi territori sparsi per il Piemonte, la Liguria e la Lombardia occidentale; la donazione è confermata e ratificata pochi mesi dopo, il 24 luglio 929, dal re Ugo nella sua sede di Pavia."