Basilica di San Vittore Martire Piazza Canonica 7, 21100 Varese

"Basilica San Vittore Assolutamente da visitare. Sia per la struttura, tra il manierismo e il barocco, con la facciata neoclassica e il vicino campanile del Bernascone, splendidamente restaurato di recente. All’interno, oltre a opere del Francesco Cairo, Nuvolone, Crespi e Morazzone, oltre a uno splendido altare maggiore rococò. Da notare secondo me l’armonia dell’inserimento nel 1991 del nuovo altare del Bodini, secondo le norme conciliari"

"Suggestiva Basilica in pieno centro storico a Varese. Purtroppo non ho scattato foto all’interno ma se la trovate aperta secondo me merita una visita."

"È la principale basilica varesina, collocata in pieno centro a breve distanza da Piazza Montegrappa e dal pedonale Corso Matteotti. È dedicata a San Vittore martire, ed è la chiesa simbolo della città con il famosissimo campanile alto quasi 78 m. Da non perdere anche il battistero posto esternamente sul retro della basilica. L'ho visitata in occasione di un bellissimo matrimonio."

"La basilica collegiata di San Vittore è un luogo di culto cattolico, situato nel centro di Varese, dedicato a san Vittore. Di sua pertinenza sono il campanile barocco, ed il battistero di san Giovanni di stile gotico. Nel maggio del 1925 papa Pio XI la elevò alla dignità di basilica minore.[1] Descrizione e storiaModifica Costruzione ed eventi La basilica fu edificata tra la prima metà del XVI e il XVII secolo su una chiesa precedente, forse trecentesca[2]; nelle adiacenze del battistero di San Giovanni risalente al XIV secolo[3]. La costruzione avvenne in tre momenti distinti: il presbiterio, di foggia prettamente manierista-rinascimentale, fu costruito nella prima metà del 1500 (sulla base di una preesistente cappella d'epoca medievale) e consacrato già nel 1542[4]; il corpo della chiesa: transetto e piedicroce, venne progettato dall'influente architetto Pellegrino Tibaldi e quindi edificato tra il 1580 e il 1625 sotto la direzione di Giuseppe Bernascone, che gli impresse un aspetto manierista[4]; la facciata, neoclassica, si deve invece a Leopoldo Pollack, allievo del Piermarini, che la realizzò tra il 1788 e il 1791[2]. Minime aggiunte novecentesche vennero eseguite da Lodovico Pogliaghi[4]. Completa il patrimonio edilizio il campanile barocco-manierista, eretto a più riprese in un maggior lasso di tempo, tra il XVII e il XVIII secolo[4]. Il reverendo Carlo Rancati, dottore nelle leggi canonica e civile, protonotaro apostolico, vicario foraneo, che fu predicatore celebre, poeta e prosatore lodato, venne promosso con autorità pontificia a questa insigne collegiata di San Vittore in Varese; era ancora vivente nel 1702. Il 30 maggio 1859, così come il campanile, la basilica fu bersaglio di alcune cannonate sparate dall'Imperial regio Esercito austro-ungarico comandato dal feldmaresciallo Karl von Urban come rappresaglia per il rifiuto della città di pagare una somma di denaro come indennizzo per la battaglia di Varese[5]. Sulle mura meridionali del tempio è finanche rimasto conficcato un proiettile, il quale è stato poi preservato ed evidenziato da un'apposita iscrizione, dandogli valore di memoriale dell'epoca risorgimentale[6]."

"Basilica situata nel cuore della città giardino di Varese, consigliata la visita sia per i turisti che per i cittadini che molte volte si dimenticano di avere un piccolo gioiello artistico a due passi da casa. Vivamente consigliata la visita"