VI Cappella – Orazione di Cristo nell'orto di Getsemani - Sacro Monte di Ossuccio Piazza Papa Giovanni XXIII 48, 22010 Ossuccio, Provincia di Como
Informazioni
VI Cappella – Orazione di Cristo nell'orto di Getsemani - Sacro Monte di Ossuccio
Benvenuti alla VI Cappella, situata nel suggestivo Sacro Monte di Ossuccio, un luogo di profonda spiritualità e bellezza storica. Questa cappella, dedicata all'Orazione di Cristo nell'orto di Getsemani, offre ai visitatori un'opportunità unica di riflessione e preghiera immersi nella tranquillità e nella pace del paesaggio circostante.
La VI Cappella è parte integrante del complesso del Sacro Monte, un sito riconosciuto dall'UNESCO per il suo valore culturale e religioso. Qui, la storia sacra prende vita attraverso affreschi e architetture che raccontano momenti significativi della Passione di Cristo. La posizione panoramica della cappella permette di godere di una vista mozzafiato sul Lago di Como, arricchendo ulteriormente l'esperienza di visita.
Situata al numero 48 di Piazza Papa Giovanni XXIII, a Ossuccio, nella Provincia di Como, la cappella è facilmente accessibile a tutti coloro che desiderano esplorare i tesori spirituali e artistici della regione. Che siate pellegrini, turisti o semplicemente alla ricerca di un momento di serenità, la VI Cappella vi accoglie con il suo ricco patrimonio di fede e arte.
Visitateci per scoprire un luogo dove la storia, la spiritualità e la bellezza naturale si fondono armoniosamente, offrendo un'esperienza indimenticabile.
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Piazza Papa Giovanni XXIII 48, 22010 Ossuccio, Provincia di Como, Italia
Recensioni
"Qui si inizia ad aver un buon punto panoramico verso il lago"
"IV Cappella. Dedicata al quarto dei misteri gaudiosi del Rosario, è situata nella cosiddetta piazzetta Garzola, su cui si immettono le vie provenienti da Isola e Ossuccio. Questa scelta compositiva di tipo urbanistico, fu eseguita in epoca imprecisata e gli studi sino ad ora compiuti non aiutano a datare tale decisione. Certo, è invece, che da questo preciso luogo del cammino che conduce al Santuario, la strada diviene più ampia e scorrevole. L’edificio è composto da un ambiente quadrangolare con un’abside poligonale ed esternamente è scandito da due lesene con basi e capitelli in pietra. Al centro del prospetto principale vi è una porta d’ingresso con cornice e architrave in pietra affiancata da due finestre quadrangolari con inferriata e cornice dalle quali si può ammirare la scena rappresentata all’interno della cappella che comprende sette statue che compongono la scena della Presentazione di Gesù al Tempio. Sopra la porta vi è un’apertura circolare per illuminare l’interno. Non è nota la data esatta di costruzione dell’edificio ma nel 1644 Lorenzo Molinari di Lezzeno lasciò un legato destinato alle spese per lo scavo delle fondamenta e probabilmente la cappella fu completata entro la metà del Seicento. La presentazione di Gesù al tempio La scena narrata della Presentazione di Gesù è ambientata all'interno del tempio di Gerusalemme dove Maria e Giuseppe si recarono per consacrare a Dio il loro figlio primogenito, nel rispetto dell’antica tradizione ebraica. L’ambientazione scenografica del tempio è affidata quasi integralmente all'apparato pittorico. L’apparato scultoreo è di certo completamente differente rispetto a quello realizzato, in epoca imprecisata o in date certe, per le altre cappelle del Sacro Monte di Ossuccio: queste statue infatti sono di dimensioni inferiori e stilisticamente non paragonabili. Secondo la critica la rigidità dei corpi e la vacua fissità delle espressioni le ricondurrebbe ad un artista nordico, presumibilmente ospite dell’eremita Timoteo Snider che visse presso il Santuario tra il 1643 e il 1683, o del suo predecessore frate Lorenzo Selenato. Il ciclo sarebbe da attribuire alla seconda metà del XVII secolo o, comunque, a una seconda fase edilizia del cantiere. Nessuna ipotesi è stata sinora avanzata per proporre una autore degli elementi modellati, sebbene alcuni storici abbiano proposto di cercare l’artefice delle sculture in ambito tedesco, dove i due eremiti erano soliti compiere alcuni viaggi alla ricerca di finanziamenti. In uno di questi spostamenti gli eremiti avrebbero potuto conoscere un facoltoso donatore, magari emigrato dall’Italia o dalle valli comasche di confine, che avrebbe pagato la realizzazione delle statue realizzate da un artista avvezzo alla scultura del legno più che alla modellazione plastica della terracotta. Anche le decorazioni pittorico-parietali, costituite da quadrature prospettiche che ricreano l’interno del tempio, non sono di facile datazione, sebbene a sanguigna siano presenti nella cappella le date 1662 e 1675."
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