Cagnemora 01020 Provincia di Viterbo,
Informazioni
Cagnemora è un'affascinante attività locale situata nel cuore della Provincia di Viterbo, 01020, Italia. Immersa in un paesaggio suggestivo e ricco di storia, Cagnemora offre un'esperienza unica per chiunque desideri scoprire il meglio delle tradizioni italiane. Il nostro impegno è volto a fornire prodotti e servizi di alta qualità, arricchiti da un tocco autentico e personale che riflette l'essenza del nostro territorio.
Presso Cagnemora, ci dedichiamo a soddisfare le esigenze dei nostri clienti con passione e professionalità. Sia che siate in cerca di prodotti tipici locali, di un'esperienza culinaria indimenticabile o di un luogo accogliente dove trascorrere del tempo in relax, il nostro team sarà lieto di accogliervi e di farvi sentire come a casa. Venite a scoprire Cagnemora e lasciatevi conquistare dal calore e dall'ospitalità che ci contraddistinguono. Vi aspettiamo per farvi vivere un'esperienza autentica e memorabile nel cuore della splendida Provincia di Viterbo.
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Recensioni
"Cenni Storici La valle di Cagnemora è accessibile dal cimitero di Bomarzo o dalla località Piano Via Cupa; tutta quest’area tra Cagnemora, il Tacchiolo e Santa Cecilia è costellata da una rilevante presenza di altari etrusco-romani, di alcune tombe, pestaròle, fontane e strutture ancora da interpretare e datare: va quindi immaginata una capillare viabilità secondaria di lunga durata che doveva rendere fruibili questi monumenti, e della quale resta comunque una traccia parzialmente leggibile. Scendendo nella profonda valle boscosa contigua al Fosso di Pizzi e alla sorgente di Fontana Salce, si incontrano varie “pestaròle“, vaschette di decantazione, e un monumentale fontanile, probabilmente romano. Continuando per la discesa si incontrano una serie di altari romani, alcuni dei quali con modanature; Nei pressi del sentiero principale, si scorgono grandi blocchi di peperino, alcuni dei quali rovesciati e utilizzati come cava, ove restano visibili le parti che stavano per essere cavate e quindi abbandonati improvvisamente. Scendendo di poco si scorge un enorme masso erratico distaccatosi in epoca indefinita, ma di certo antichissima, dal costone roccioso sovrastante e incagliatosi sull’aspro versante precipitando a valle. Su questo masso, guardando da valle, si scorgono una sorta di fronte quattro merli sui primi due sono stati realizzati due incavi rettangolari. La vasca è affiancata da un analogo manufatto a un livello lievemente inferiore. Fori di varie dimensioni si evidenziano sul profilo superiore esterno e sulla parete divisoria interna delle due cavità, servivano forse, i primi, ad inserire pali in verticale quali sostegni di tettoie in rami, canne e fogliame per ripararsi dal sole; i secondi consentivano invece il passaggio dell’acqua da una vasca all’altra o forse alloggiavano paletti posti orizzontalmente per favorire la tesa di pellami o tessuti sottoposti a conciatura, tintura o lavaggio. L’intera struttura potrebbe essere forse una sorta di conceria o anche luogo adibito alla battitura, macerazione e lavorazione di fibre vegetali quali la canapa. È altresì probabile una funzione funeraria del monumento rupestre. I manufatti che sorgono sul bordo esterno del masso potrebbero essere fossette funebri di forma rettangolare o quadrata ricavate a risparmio nella roccia e posizionate ad angolo retto sullo spigolo esterno destro della struttura; all’interno erano probabilmente deposte le ceneri del defunto chiuse in apposite urnette. Proseguendo ancor oltre si giunge a una isolata tomba a camera unica, che per la posizione inclinata sembra indicare un distacco del masso di peperino in cui fu ricavata, forse per un terremoto. Stessa ipotesi si può fare per un altro grande masso di cava in lavorazione presso la tomba e rivoltatosi per rovesciamento, con i blocchi ancora in lavorazione. La tomba, con piccolo trono all’interno è databile intorno al V secolo a. C., probabilmente non è stata mai completata e non ha effettivamente contenuto una sepoltura, forse a causa del dissesto subito già in fase di lavorazione. Ancora sopra, un oculo lasciava entrare luce e aria nell’ambiente. All’interno si apre una vasta sala rettangolare (2,5×8 m; h circa 4,20 m) con le pareti completamente ricoperte di fitte nicchie rettangolari o quadrate di dimensioni variabili e in numero di 343, che evidentemente dovevano contenere cinerari. Potrebbe trattarsi di un colombario romano pertinente a una comunità stanziata nella zona forse tra la fine dell’età repubblicana e il I secolo d.C., che seppelliva i suoi componenti secondo il rito incineratorio, che prevaleva in questo periodo."
"Luogo suggestivo. Informarsi prima sulla storia del luogo e sul percorso da fare che non è ben definito all' infopoint di Bomarzo dove daranno molte informazioni specifiche. Passeggiata tranquilla."
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