Chiesa di San Lorenzo in Doliolo Via Salimbeni 71, 62027 San Severino Marche
Informazioni
Chiesa di San Lorenzo in Doliolo
Benvenuti alla Chiesa di San Lorenzo in Doliolo, un gioiello storico e spirituale situato nel cuore di San Severino Marche, in Provincia di Macerata. Situata al civico 71 di Via Salimbeni, questa affascinante chiesa rappresenta non solo un importante luogo di culto, ma anche una tappa imperdibile per i turisti che desiderano immergersi nella ricca eredità culturale della regione.
La Chiesa di San Lorenzo in Doliolo vanta una storia secolare, con radici che risalgono al periodo medievale. La sua architettura, caratterizzata da elementi romanici e gotici, offre uno spettacolo visivo che incanta visitatori e devoti. All'interno, l'atmosfera di raccoglimento è arricchita da opere d'arte sacra e dettagli architettonici che raccontano la devozione e la maestria artistica delle generazioni passate.
Oltre ad essere un luogo di preghiera e riflessione, la chiesa è anche una popolare attrazione turistica. I visitatori possono esplorare la sua storia affascinante, ammirare i dettagli artistici e godere di momenti di pace e contemplazione. La Chiesa di San Lorenzo in Doliolo è aperta al pubblico e accoglie fedeli e turisti con calore e ospitalità.
Vi invitiamo a visitare questo luogo speciale per scoprire la sua bellezza e la sua storia unica. Che siate in cerca di un'esperienza spirituale o di un viaggio nel passato, la Chiesa di San Lorenzo in Doliolo vi aspetta con le sue porte aperte.
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Via Salimbeni 71, 62027 San Severino Marche, Provincia di Macerata, Italia
Recensioni
"Affreschi dei festelli Salimbeni del 1400 arricchiscono questa chiesa costruita su più piani dalla cripta alle navate alla zona dell'altare, da non perdere"
"La Chiesa di San Lorenzo in Doliolo a San Severino Marche. Sorge ai piedi del Monte Nero e alla periferia del centro storico, appena oltrepassata Porta Romana. La tradizione, purtroppo non confermata da documenti o scavi archeologici, vuole che sia sorta sulle rovine di un tempio romano dedicato ad una divinità picena poi riconosciuta anche dai Romani: Feronia, dea della fertilità. Sul posto si insediò una comunità di benedettini, che nel sec. XII trasformarono il loro cenobio in chiesa, adottando i criteri architettonici propri del loro ordine monastico. La chiesa è stata restaurata molte volte, perdendo a poco a poco i suoi caratteri originari. Nel 1641, quando i benedettini se n'erano andati, sotto l'amministrazione del cardinale commendatario Barberi, furono tolti, senza lasciarne traccia, i capitelli rovinati e furono sostituiti con dei massicci blocchi con angoli arrotondati. Fu anche rifatto il tetto della navata centrale, con volte a vela o a cupola e fu creata una scalinata di 12 gradini per raggiungere la zona del presbiterio. Alcuni studiosi, come Montironi e Mozzoni, affermano che la facciata originaria fosse a capanna, nascosta nel sec. XIII da una torre campanaria alta ben 27 metri, con scopo difensivo, al pari di altre torri locali coeve, come quella degli Smeducci o come il campanile del vecchio duomo di San Severino. All'epoca erano infatti iniziate le lotte tra guelfi e ghibellini, tra famiglie e tra città e campagna. Studiosi come Paolo Piva confutano però questa tesi, sostenendo che si tratti di un modello importato dalla Francia o dall'Impero. Del resto la torre di facciata era presente anche nella chiesa dei Ss. Ippolito e Cassiano a Pedara di Roccafluvione e in S. Giorgio all'Isola presso Montemonaco. Anche la torre fu modificata, con sopralzo, nel XIV secolo. Lo provano il modello chiaramente in stile gotico delle quattro bifore con aperture trilobate sopra la fascia degli archetti pensili, anch'essi trilobati, e il portale esterno ad arco acuto. La denominazione Doliolo deriva dal latino "dolium" o "doliolum": botte o botticella di vino. Infatti, durante le cerimonie religiose c'era nella comunità cristiana l'abitudine di donare vettovaglie e vino ai fedeli più poveri"
"Ambiente antico di alta spiritualità. Si apprezzano il silenzio, la bellezza costruttiva e la sacralità. Austero ma affascinante. Assolutamente da visitare. Se sei curioso ti "accontenta" e se sei "ben disposto" potresti uscire rasserenato (come solo alcuni luoghi riescono a fare)."
"E' stato molto piacevole passeggiare a San Severino Marche. La natura e la storia si respirano a ogni passo, timbrando la mente con le belle immagini del monte che abbraccia la città, delle chiese e della sua ricca pinacoteca. La Chiesa di San Lorenzo in Doliolo mi ha emozionato in modo particolare quando sono scesa nella cripta, perché sono stata accolta da una speciale atmosfera in cui la penombra naturale ed il silenzio serbavano il giusto rispetto per gli affreschi dei fratelli Salimbeni. Per i curiosi d'arte come me, credo che una tappa da non lasciarsi sfuggire a San Severino è la pinacoteca Tacchi Venturi dove con gusto e naturalezza si possono ammirare le opere di molti pittori tra i quali Lorenzo e Jacopo Salimbeni, Lorenzo d'Alessandro, Vittore Crivelli, Paolo Veneziano e Bernardino di Betto, detto il Pinturicchio."
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