Monumento alla Resistenza (con scultura di Nino Caruso)

"Il monumento si commenta da sé."

"Il Monumento alla resistenza con la caratteristica scultura di Nino Caruso si trova nel centro storico della città di Pesaro. Una struttura molto peculiare attorniata dal verde, che costituisce una parco adatto ai bambini."

"Luogo ispiratore del romanzo -REVNION - primo libro dello scrittore pesarese Dario Vergari."

"Il monumento fu voluto dall'amministrazione comunale di Pesaro e dal comitato provinciale per le celebrazioni del ventennale della Resistenza.[3] Scrive lo scultore: "Nella primavera del 1963, l’architetto Fausto Battimelli venne a trovarmi in via Ruggero Fauro; era in compagnia degli architetti Pauline Espagne e Carlo Biscaccianti che rimasero sorpresi di vedermi intento con una saldatrice elettrica alla costruzione di una scultura di metallo. Mi chiesero se avessi abbandonato la ceramica per il ferro, e nello stesso tempo osservavano interessati le sculture che avevo già costruito. Conclusero che quel tipo di scultura si sarebbe adattato benissimo al tipo di monumento che stavano progettando per la città di Pesaro. (....) L’idea era quella di realizzare una struttura di tipo nuovo che avesse i suoi motivi ispiratori nel monumento per le vittime di Hiroshima[4], la Necropoli per i combattenti per la rivoluzione di Prilep[5] e il Cimitero dei fucilati di Belgrado"[6] Il presidente del consiglio comunale presentò il progetto con queste parole: "non è un monumento nel senso comune della parola ma è sistemazione architettonica di una zona a giardino, felicemente scelta perché si tratta di una zona piuttosto abbandonata come manutenzione e anche come stato di vegetazione (...) In un certo senso è una interpretazione dello spirito della Resistenza perché vuole dare non tanto un ricordo quanto la presenza della Resistenza, presenza con un giardino che è vivo per sua natura ed è vivo per la frequenza che dovrà determinare di persone ed in modo particolare di bambini"[7] Fu inaugurato il 20 settembre 1964 alla presenza di numerose autorità, fra le quali il ministro Achille Corona, e di una delegazione jugoslava (giovani jugoslavi avevano combattuto nell'Appennino pesarese nella Brigata Garibaldi e nello stesso 1964 Lubiana e Pesaro si erano gemellate). Alla realizzazione delle sculture collaborarono gli operai del Cantiere Navale di Pesaro, Il monumento fu il primo di una serie di sculture che nei decenni seguenti furono poste negli spazi urbani della città. Ogni anno il 25 aprile il corteo cittadino che ricorda la Liberazione termina davanti alla scritta “RESISTENZA” incisa nel monumento. Nel corso degli anni il monumento-giardino, isolato tra tre vie di forte traffico, è stato poco frequentato, se non da vagabondi e spacciatori come altre zone vicine. Nel 2018 il sindaco Matteo Ricci propose di spostarlo, sostituendolo con un parcheggio.[8] Ci furono proteste di associazioni ambientaliste, politiche e di amanti dell'arte[9]. Si presentarono proposte di riassetto della zona con modifica della viabilità, per renderlo un luogo di passaggio e unirlo ai giardini delle Mura Roveresche. La questione si chiuse il 26 novembre, quando il sindaco comunicò di avere ricevuto un messaggio della Soprintendenza alle Belle Arti: "(Il monumento) per essere spostato necessiterà di pareri su pareri. (...) Noi ci fermiamo qua"."

"Da mettere in sicurezza e illuminarlo. Spesso ritrovo di gruppi che rendono il sacro posto pericoloso."