Villa Emilia 89812 Pizzo
Informazioni
Benvenuti a Villa Emilia
Situata nel cuore della pittoresca Provincia di Vibo Valentia, nel CAP 89812, Villa Emilia è un'oasi di tranquillità e bellezza che offre un'esperienza unica per ogni visitatore. Circondata da paesaggi mozzafiato della Calabria, la nostra villa rappresenta il perfetto connubio tra eleganza e comfort, ideale per coloro che cercano un rifugio rilassante lontano dal trambusto della città.
Villa Emilia si distingue per la sua architettura tradizionale e l'atmosfera accogliente, che riflettono la ricca storia e cultura della regione. All'interno, gli ospiti possono godere di camere arredate con gusto, dotate di tutti i comfort moderni per garantire un soggiorno piacevole e rilassante. I nostri spazi comuni includono un giardino lussureggiante e una terrazza panoramica, perfetti per momenti di relax o per godere di una colazione all'aperto con vista sulle colline circostanti.
La nostra posizione strategica rende Villa Emilia il punto di partenza ideale per esplorare le meraviglie della Calabria. Dalle spiagge incontaminate della Costa degli Dei ai borghi storici ricchi di fascino, c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Inoltre, il nostro personale cordiale e disponibile è sempre a disposizione per consigliare escursioni, attività locali e ristoranti tipici dove assaporare la cucina calabrese.
Scegliete Villa Emilia per il vostro prossimo soggiorno e lasciatevi avvolgere dalla magia di un luogo dove il tempo sembra fermarsi. Vi aspettiamo per offrirvi un'accoglienza calorosa e un'esperienza indimenticabile nel cuore della Calabria.
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89812 Provincia di Vibo Valentia, , Italia
Recensioni
"Passando sulla SS18 sia per dirigersi a nord o a sud non si può vedere questa casa. Villa Emilia eretta nel 1849 come residenza estiva, ma conosciuta ai più per il delitto avvenuto il 26 marzo del 1964, un giovedì santo. Dove, DONNA Vittoria Michienzi, per mano di ingrato e crudele personaggio malato, le fu messa fine alla sua vita. Uccisa a bastonate e fracassandogli la testa, dopo che la generosa signora, diede ospitalità, sfamò e dissetò il suo assassino. Il quale, ancora non contento di quanto fatto, poi ne occultò il corpo ormai esanime sotto un mucchio di letame posto all'esterno dell'edificio, dove oggi sul posto del rinvenimento è posta a ricordo perpetuo una lapide marmorea. Purtroppo la struttura giace in stato di abbandono e lasciata all'oblio del tempo. Anni fa ha subito anche un'incendio, in quello che erano le stalle ed il fienile, causato dalla mano di altre persone. Il luogo non è visitabile se non esternamente dalla strada, in quanto la struttura risulta ormai essere pericolante e poi utilizzata da incivili e deficienti come pattumiera, oppure imbrattata da scritte fatte con vernici spray."
"Bello"
"Un rudere. Sporco e pieno di erbacce. Luogo di interesse storico per la sua storia ma andrebbe pulito e rivalutato"
"Un rudere pieno di sterpaglie"
"Il delitto di Villa Emilia fu compiuto nel 1964 in un casolare che ancora oggi sorge lungo la strada statale 18 e attira gli sguardi dei curiosi DI ENRICO DE GIROLAMO Una vecchia casa di campagna, un folle omicida e una vittima che offre un pasto al suo carnefice, ignara di quello che le sarebbe accaduto. Sono gli ingredienti di una storia di sangue che risale a 53 anni fa, consumatasi a Pizzo e ormai quasi persa nella memoria delle cronache calabresi. Se non fosse per Rocco Greco, attento cultore delle vicende che riguardano la sua terra, alla quale dedica con regolarità scritti e riflessioni. I fatti in questione colpirono molto l’immaginario collettivo, per la crudeltà con cui fu commesso l’omicidio e per la casualità degli eventi. Teatro del delitto fu villa Emilia, un vecchio casolare che ancora sorge lungo la statale 18, a metà strada tra lo svincolo autostradale di Pizzo e il centro urbano. Impossibile non notarlo a causa del contrasto tra le sue linee architettoniche baroccheggianti e l’asfalto lucido di questo tratto di strada a scorrimento veloce. Sul muro della casa ormai diroccata è ancora ben visibile la targa che ricorda l’atroce sorte di una donna di 68 anni, uccisa e abbandonata sotto un mucchio di letame proprio nel punto in cui è stata apposta la lapide commemorativa. All’ingresso del casolare, la frase in latino “Parva sed apta mihi”, “Piccola ma adatta a me”, testimonia l’atmosfera semplice e familiare di un luogo che fu scosso dall’imponderabile follia umana. «Il 26 marzo del 1964, giovedì santo - scrive Greco - qui è stato compiuto un efferato delitto. Una donna, Vittoria Michienzi, sposata Scuticchio, fu brutalmente uccisa da un squilibrato». L’assassino, un emigrante originario di Giarre, in provincia di Catania, era stato dimesso da una clinica psichiatrica tedesca e stava tornando in Sicilia. «Non si sa bene il motivo – continua Greco -, ma con tutta probabilità perché affamato, scese dal treno alla stazione ferroviaria di Francavilla Angitola e incamminatosi sulla Statale 18, in direzione di Pizzo, giunse a villa Emilia nelle prime ore del pomeriggio. Donna Vittoria era da sola, il marito ed il loro unico figlio, affittuari del fondaco e della campagna tutta attorno, si trovavano nelle terre a lavorare. Il giovane chiese subito da mangiare e da bere, cosa che la donna non esitò a fare, donandogli dell’acqua, del pane, olive e un pezzo di formaggio». La fine del pasto scatenò la follia omicida e senza alcun motivo l’uomo si avventò sull’anziana donna. «Raccolse da terra un bastone e colpendola più volte alla testa l’uccise - prosegue Greco, che ha ricostruito la vicenda grazie a numerose testimonianze -. I familiari, giunti in serata, la cercarono prima nei paraggi e poi a Pizzo presso i parenti. Trovarono il suo corpo senza vita soltanto a sera inoltrata, davanti la casa, occultato sotto il letame nel punto dove poi è stata apposta la lapide in suo ricordo». Dopo il delitto l’omicida non si era allontanato di molto e i carabinieri lo arrestarono il mattino seguente alla stazione di Francavilla Angitola, dove si apprestava a riprendere il treno per proseguire il suo viaggio verso la Sicilia."
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