Ufficio postale di Roma 97 Largo Agostino Gemelli 2, 00168 Roma

"È inammissibile che due dipendenti discuto tra dii loro davanti a tutti e poi il signore alla postazione sportello p capelli bianchi e occhiali un maleducato di primo ordine vergognati"

"Pessimo, stelle 0 le impiegate, escluso il signore al primo sportello, quando non sanno rispondere a qualcosa che chiedi o non capiscono (quasi sempre) la domanda trattano male l'utente dicendo che vengono in ufficio a chiede cose impossibili e gridano. Mancano di conoscenze, di educazione e gentilezza. Veramente pessimo"

"Ufficio delle poste italiane. Di solito non si aspetta tanto in fila."

"Servizio lentissimo, non hai mai visto operativi tutti gli sportelli (6 mi sembra) al massimo operativi 3! Da quando c'è il Covid poi attese ancora più interminabili con il responsabile che controlla le entrate ma che in realtà crea ancora più confusione, ho assistito a scene di ordinaria follia lo sceriffo alla porta che fa entrare in sala d'attesa 1 persona alla volta (e va pure bene se la capienza è quella) ma non fare accomodare una ragazza con un problema evidente al ginocchio e lasciarla fuori in piedi dicendole di appoggiarsi ai paletti fuori è scandaloso! Ma siamo fuori di testa o cosa? Oltretutto dopo aver atteso molto (per la loro lentezza) lei ed altre persone che avevano preso il biglietto più di mezz'ora prima si sono viste chiudere la porta in faccia in quanto alle 13.34 è iniziato il contdown per chiudere. Al sorvegliante della porta consiglierei di mettersi allo sportello a pagare i bollettini per smaltire la fila, è inverno fa freddo piove e forse è il caso di agevolare invece di complicare"

"Un ufficio piccolo, pochissima gente a quest'ora (13.17)... L'unica cosa che si nota é la lentezza tipica dell'impiego statale, e l'incapacità di gestire una sola operazione completamente. In 3 operatori si passano i clienti da uno all'altro, per l'invio di un pacco si chiede aiuto a voce alta (insomma dovresti saperlo fare da sola diciamo... ), il tutto sotto la supervisione di una persona (credo un direttore) che si guarda intorno smarrito rendendosi conto che é una follia ma nell'incapacità decisionale di fare alcunché... Mah..."