La locanda al castello della Castelluccia Via Carlo Cavina 42, 00123 Roma

"Location favolosa, ma la cucina lascia molto a desiderare La locanda del Castello della Castelluccia è senza dubbio una location da sogno. L'atmosfera è magica, sembra di essere immersi in un piccolo borgo medievale, e il servizio è impeccabile: i camerieri sono attenti, cordiali e professionali. Purtroppo, l'esperienza culinaria non è all'altezza delle aspettative create dal contesto. Abbiamo iniziato la serata con le tagliatelle ai porcini. La porzione era sorprendentemente ridotta, con appena 60 grammi di pasta e una generosa, forse eccessiva, quantità di parmigiano che sovrastava il piatto. I porcini, seppur presenti, erano pochi e quasi impercettibili, nascosti in una cremina pesante che potrebbe essere riprodotta facilmente anche a casa. Certo, il sapore non era cattivo, ma non era nemmeno quello che ci si aspetterebbe in un ristorante di questo calibro. La delusione è proseguita con la Picanha, che non sembrava nemmeno lontanamente la classica carne brasiliana che conosco bene e che mangio spesso. Era stopposa, priva di succosità e con una quantità di grasso inadeguata, un elemento fondamentale per la Picanha. Inoltre, il cambio di contorno, richiesto per avere dei porcini al posto della cicoria, è stato gestito in modo discutibile: mi è stato comunicato un piccolo sovrapprezzo che ho accettato senza problemi, ma non mi aspettavo certo di pagare 5 euro per un paio di funghi. Per di più, i porcini erano acidi e grigliati senza cura, mentre le patate che accompagnavano il piatto erano secche e prive di sapore. L'unica nota positiva è stata la dimensione della porzione, che almeno in questo caso era adeguata. Dopo queste delusioni, abbiamo deciso di provare i dolci, sperando in un finale migliore. Purtroppo, anche qui le attese sono state disattese. Dopo un'attesa di 30 minuti, sono arrivati i dessert. Ho scelto una pallina di gelato servita su un letto di frutti rossi frullati, accompagnata da un pezzo di pane bruscato con olio e sale. Il piatto, seppur mangiabile, aveva un equilibrio discutibile: la quantità esigua di gelato non riusciva a bilanciare l'acidità dei frutti rossi. L'altro dolce, chiamato "Fiocco -18°C", è stato un vero disastro: l'amarezza del dolce ha rovinato definitivamente la cena. Il conto finale, anche con uno sconto del 50%, è stato di 58 euro per un primo, un secondo, due dolci e una bottiglia di Shiraz Casale del Giglio (18 euro). Questo significa che la "cena" avrebbe avuto un costo pieno di 94 euro, un prezzo assolutamente esorbitante considerando la qualità e la quantità del cibo offerto. In conclusione, nonostante la bellezza del luogo e la professionalità del personale, non torneremo. La cucina, purtroppo, non è all'altezza delle aspettative né del costo, e l'esperienza complessiva è stata deludente."

"Atmosfera impareggiabile, buona cucina e servizi di qualità"