Biblioteca Comunale di Lanuvio Francesco Dionisi
Via Sforza Cesarini 37, 00075 Lanuvio, Città metropolitana di Roma Capitale
Informazioni
La Biblioteca Comunale di Lanuvio "Francesco Dionisi" è un punto di riferimento culturale situato in Via Sforza Cesarini, 37, nel cuore di Lanuvio, Città metropolitana di Roma Capitale. Questa biblioteca offre un vasto assortimento di libri e risorse per tutte le età e gli interessi, promuovendo la lettura e l'apprendimento nella comunità locale.
Per coloro che risiedono nella frazione di Campoleone, è disponibile un Punto prestito speciale chiamato "Biblioteca in vetrina", che rende l'accesso ai libri ancora più comodo e accessibile.
Inoltre, la biblioteca ospita un vivace gruppo di conversazione in inglese ogni lunedì e mercoledì, offrendo un'opportunità unica per migliorare le proprie competenze linguistiche in un ambiente amichevole e accogliente.
Per ulteriori informazioni, è possibile contattare la biblioteca al numero 069375870. Venite a scoprire tutto ciò che la Biblioteca Comunale di Lanuvio "Francesco Dionisi" ha da offrire!
Foto
Contatti
Via Sforza Cesarini 37, 00075 Lanuvio, Città metropolitana di Roma Capitale, Italia
Orari di apertura
Lunedi:
09:00 - 13:00
Martedì:
09:00 - 13:00
Mercoledì:
15:30 - 19:30
Giovedì:
15:30 - 19:30
Venerdì:
09:00 - 13:00
Sabato:
Fine settimana
Domenica:
Fine settimana
Recensioni
"Ottima biblioteca all'interno di una bella zona archeologica e verde. Personale molto gentile e disponibile."
"Situata nel parco Archeologico di Villa Sforza a, Lanuvio RM. Aperta tutte le mattine dalle ore 9 alle 13.30."
"Piccola biblioteca gestita da bibliotecarie molto disponibili e amanti del proprio lavoro. Consiglio a tutti la tessera che da accesso a tutta la rete di biblioteche di Roma e Castelli."
"La biblioteca si trova ubicata in contesto molto suggestivo e panoramico."
"All'interno del suo perimetro si possono ammirare le rovine del santuario di Lanuvio Il principale centro di culto di questa divinità era appunto il santuario di Lanuvio. Cicerone testimonia come Lanuvio fosse un luogo ricco di molti edifici religiosi, ma che tra questi spiccasse il tempio di Giunone Sospita Lanuvina (così chiamata per la pelle di capra con la quale era rivestita la sua statua), il cui culto risaliva a tempi molto antichi. Edificato sull'acropoli di questa antica città di origine latino-etrusca, che i Romani pensavano fosse stata fondata dall'eroe greco Diomede, questo grande tempio in stile tuscanico, era costituito da una serie di strutture monumentali. Fu quasi completamente distrutto nel V sec. d.C., ma le porzioni ancora esistenti e gli scavi archeologici, hanno permesso di individuare cinque fasi edilizie che si susseguirono dalla fine del VII alla metà del I sec. a.C. Molto probabilmente il portico del tempio era a due piani con volte rivestite di mosaici preziosi. In fondo al portico c'era una porta che conduceva ad una serie di cunicoli sotterranei, che alcuni ritengono fossero la grotta dov'era custodito il serpente sacro a Giunone Sospita. Properzio narra infatti che nel santuario si svolgesse ogni primavera un particolarissimo rito propiziatorio per l'agricoltura, durante il quale un gruppo di fanciulle vergini doveva offrire focacce ad un grosso serpente, che si trovava dentro un antro. Se il serpente accettava il dono, si prospettavano raccolti fruttuosi; se lo rifiutava, una fanciulla impura, cioè colei che aveva perduto la verginità, veniva sacrificata per scongiurare la carestia. L'importanza di questo santuario, viene testimoniato dai documenti storici: quando i Romani sconfissero la Lega Latina nel IV secolo, accettarono l'alleanza con i cittadini di Lanuvio, solo se questi in cambio avessero condiviso con loro il celebre luogo sacro dedicato a Giunone Sospita. ☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆ Villa Frediani-Dionigi a 300 metri dalla Biblioteca CANDIDI, Marianna. - Nacque a Roma il 3 febbr. 1756 da Giuseppe, medico dotato di notevole cultura umanistica, e da Maddalena Scilla, nata da una ricchissima famiglia siciliana (Agostino, zio di Maddalena, pittore, numismatico, naturalista, si era trasferito con la famiglia dall'isola nello Stato della Chiesa). Fin da giovanissima, la C. coltivò vari interessi: studiò musica (abile nel contrappunto, suonava arpa e clavicembalo; godeva dell'ammirazione e delle frequenti visite di Anfossi, Paisiello, Cimarosa); si dedicò allo studio delle lingue latira e greca e alla lettura dei classici; intraprese ricerche archeologiche (suo istruttore in greco e latino fu Cunich); soprattutto, si avviò alla pittura di paesaggio, sotto la guida di Carlo Labruzzi. A soli quindici anni sposa Domenico Dionigi, originario di una famiglia nobile di Ferrara da più generazioni trapiantata a Roma, il quale si occupava di diritto e di lettere; ne rimase vedova nel 1801. Dei sette figli che nacquero da questo matrimonio (ma solo quattro sopravvissero ai genitori) furono Enrichetta (poetessa, fu ammessa fra gli Arcadi a soli dieci anni, e fu nota come l'"ape d'Arcadia"; sposò il conte Orfei, avvocato dei poveri) e Carolina (che era latinista, pittrice, studiosa di storia) quelle che continuarono la tradizione culturale della famiglia. Trascorse i suoi ultimi anni in una villa di Civita Lavinia (oggi Lanuvio) già di proprietà della cognata Teresa Frediani. In questa villa (che esiste ancora e contiene la ricca collezione archeologica della C., mentre i disegni e quadri sono andati distrutti nell'ultima guerra) la C. aveva già soggiornato altre volte: in una di queste occasioni, nel 1798, era riuscita ad evitare che il comandante francese Baranger, in un'azione di rappresaglia, radesse al suolo la cittadina. A Civita Lavinia la C. morì il 10 giugno 1826."
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