Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Provincia di Salerno
Informazioni
Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è un'estensione naturale protetta di straordinaria bellezza che si trova nella Provincia di Salerno, in Italia. Questo parco nazionale è un'istituzione di rilievo per la conservazione della natura e rappresenta una parte vitale dell'ecosistema della regione.
Questo establishment è sinonimo di natura incontaminata, immersione totale nella bellezza e pace interiore. Con i suoi 181.048 ettari di estensione, il Parco offre una grande varietà di paesaggi, dall'arido deserto di luce della montagna Lavini, alle alte cime innevate delle montagne Alburne, fino ai campi inondati di sole delle due principali valli, quella di Diano e quella del Calore.
Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è uno dei parchi più amati d'Italia, con un gran numero di percorsi sterrati, sentieri e cavalcature per tutte le esigenze. Tra le diverse attrazioni turistiche del Parco si trovano diverse aree picnic, piccoli ristoranti dove gustare piatti tipici locali, il museo archeologico di Paestum, trekking ed escursioni nei boschi, visite nelle grotte di Castelcivita e tante altre bellezze naturali.
In questo luogo le strette vie del passato si fondono con la modernità, creando un'esperienza unica nel suo genere. Che tu stia cercando di sfuggire alla frenesia della città o di scoprire nuove attività all'aria aperta, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni offre un'esperienza completa che ti lascerà a bocca aperta. Se sei alla ricerca di tranquillità e spiritualità, questo è il luogo perfetto in cui immergerti nella bellezza e nella spiritualità della natura. Venite a visitare il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni: sarete colpiti dalla sua magnificenza, dall'immenso patrimonio culturale e della natura.
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Recensioni
"L'area del Parco è molto estesa, sviluppandosi dal Vallo di Diano fino alla costa cilentana. Bellissimi scorci panoramici fanno ammirare bellezze naturalistiche e una biodiversità di flora e fauna davvero uniche. Le ricchezze paesaggistche e naturalistiche con le pratiche rurali (agricoltura e allevamento) potrebbero davvero favorire lo sviluppo di questo territorio che invece si presenta un po' abbandonato a sé stesso nelle aree più interne."
"Le gole del calore meritano per location ed organizzazione. Possibilità di fare il bagno e picnic. Giro in pedalò o per chi è più temerario ci sono le canoe."
"Bello, la strada che porta al cervati necessita di manutenzione perché tutta rotta. A metà del percorso c'è l'incrocio per andare all'inghiottitoio di vallivona, che però non viene segnalato da Google Maps, posto incantevole"
"Ultima ipotesi in ordine di tempo è quella che Teggiano sia sorta ad opera dei Lucani all'inizio del IV secolo a.C. Più tardi si attesta il nome Tergia o Tergianum. Notevole importanza spettò alla Teggiano del periodo italico, che ricoprì un ruolo di primissimo piano sia nell'ambito delle dodici città federate lucane, che in occasione delle guerre sociali. A testimonianza di quei periodi restano gli innumerevoli reperti storici, costituiti in frammenti classici sia di architettura religiosa che di architettura civile, attualmente disseminati un po' ovunque lungo le vie del centro storico. Probabilmente la città venne distrutta intorno al 410 d.C. da Alarico. Dal V secolo in poi assunse il nome di Dianum, poi Diano, da cui prese il nome l'omonimo Vallo. Il massimo splendore si raggiunse nel periodo in cui la nobile famiglia dei Sanseverino la destinò a luogo privilegiato. Con l'arrivo dei normanni vi si stanziarono un nutrito numero di famiglie guerriere normanne, il borgo ha infatti, una decisa vocazione militare. Tra le famiglie normanne che vi abitarono si ricordano i : de Flumine, il primo dei quali, Bosone, fondò intorno al 1133 il Sedile di Diano, e poi, i Galliciano, i de Diano, i Mordente, i Carrano e i d'Alitto. Altre famiglie si aggiunsero nel periodo federiciano come: i Corrado, i Grosso. Nel periodo Angioino arrivarono i Mazzacane, i Malavolta da Siena e così altre famiglie arrivarono nei successivi periodi Aragonese e Austriaco come i del Verme da Verona. Nel 1485 tra le mura del suo castello fu tramata la famosa Congiura dei baroni, ordita da Antonello Sanseverino, Principe di Salerno, contro Ferrante I d'Aragona, re di Napoli. Successivamente, nel 1497, Teggiano, rifugio inespugnabile del Principe ribelle, fu assediata dall'esercito del Duca delle Calabrie, Federico, divenuto re nel frattempo. La fama di castello imprendibile non fu sfatata nemmeno in quell'occasione: l'assedio durò molto più del previsto senza che l'esercito riuscisse ad ottenere la presa del maniero. Una resa onorevole, quindi, sancita da patti redatti dal Notar Jacopo Carrano, sottoscritti dal Re e dal Principe, diede salva la vita a quest'ultimo e salvaguardò l'integrità della popolazione che, in massa, era accorsa a dar manforte all'amato signore. Dopo il 1552, anno in cui si verificò l'allontanamento definitivo della famiglia dei Sanseverino, Teggiano diventò feudo di altre nobili famiglie del Regno, che seppero governarlo con alterna fortuna. Dal 1811 al 1860 è stato capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al Distretto di Sala del Regno delle Due Sicilie."
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