Poste Italiane

"È oltre un anno che si da la possibilità di prenotare appuntamento on line con la consulente quando la stessa risulta in maternità. Ho fatto notare alla direttrice il disservizio che con arroganza mi ha risposto che aveva già sollecitato e comunque se non andava bene potevo provvedere io a farlo notare a chi di dovere. Quando poi ho chiesto il perché mi fosse stata annullata la pratica del libretto Smart on line mi sono sentito rispondere che è impossibile farlo on line perché bisogna passare dallo sportello per riconoscimento , cosa non vera perche in possesso di spid delle poste che già certifica la mia identità. Direi che dopo un anno di esperienza con loro si possa già cambiare filiale"

"Pessima esperienza. Sempre fila e sempre problemi con gli operazioni per l'incapacità. Vado oggi su questo filiale, aspetto 1 ora in fila. Arriva il mio turno, dovevo attivare una carta postepay, prima l'operatore mi dice che l'attivazione si fa sul ATM, ci prova insieme a me e niente, chiede parere alla diretrice, lei dice si fa online, noi qui non possiamo fare niente anche se ho spiegato a loro che avevo chiamato online e non si fa.Richiamo call center, una mi dice deve farlo omline, provo di nuovo e niente, richiamo, l'altra dice che si fa solo al ufficcio postale. Cambio ufficio postale, vado al filiale di piazza Mingheti e boom, si fa per 2min. Ma stiamo facendo teatrino?!!! Cosi incapaci per un semplice operazione, prendono in giro la gente."

"Inefficienza, scarsa professionalità e inettitudine. Sembrano gli ingredienti perfetti per dare forma a un ufficio postale come quello del film “Benvenuti al Sud”, eppure in questo strategico ufficio bolognese la finzione diventa realtà. Pur di evitare lo sforzo erculeo richiesto dalla chiusura di un conto corrente, le acute impiegate e la simpatica direttrice hanno inventato ogni tipo di pretesto, inclusa la morte di parenti. Peccato che abbiano usato lo stesso parente per ben due volte. Dopo ben 11 mesi, durante i quali mi sono presentata in ufficio una decina di volte, sono riuscita nella mia impresa e grazie alla misericordiosa intercessione della direttrice, che mi ha dedicato 10 preziosissimi minuti del suo tempo, ho chiuso tutti i miei conti in sospeso con le poste. Festeggerò questo giorno come se fosse il mio compleanno, anche se devo ammettere che avrò un po’ di nostalgia. Ormai andare alle poste era diventato quasi uno sport, un modo per dilettarsi ad ascoltare storielle fantasiose usate come pretesto per continuare a vegetare nella più beata indolenza."

"Per la seconda volta, a distanza di mesi, mi è capitato di non essere stato servito, nonostante avessi preso con buon anticipo sulla chiusura (un quarto d'ora) il biglietto. La direttrice ha spiegato che l'orario della chiusura è, per via di uno sciopero, quello effettivo (il sabato alle 12.35), a prescindere dal numero delle persone presenti e a prescindere dal loro tempo di attesa. Si tratta evidentemente di una vertenza ciclica, ma non è questo il punto, essendo sacrosanto il diritto di sciopero. Quello che più dispiace è l'assoluta mancanza di empatia con la clientela - come più volte (e in maniera condivisa) mi è capitato di notare - trattata con freddezza. Ci è stato riferito che nemmeno a chi aveva prenotato il proprio turno telematicamente sarebbe stato garantito il servizio ("se prenotate ad un orario vicino alla chiusura, dovete tenere in conto dell'eventualità di non essere serviti"; sic). L'effetto è stato peraltro quello di innervorsire la clientela, mettendo l'uno contro l'altro: a chi con pacatezza manifestava alla responsabile il proprio disagio, altri clienti hanno rimproverato la conseguente perdita di tempo, che avrebbe pregiudicato le residue possibilità di essere serviti. Dal personale non traspariva alcuna comprensione, ma assoluta indifferenza, trattando il cliente come numero e non come persona. Non è purtroppo la prima volta che rilevo questi atteggiamenti, che mi hanno contrariato ancora di più dell'inutiile attesa per un servizio non ricevuto. La stessa sensazione è stata condivisa da diverse persone presenti e non solo dalle (non poche) persone non servite. Suggerirei per lo meno di posizionare il cartello relativo allo sciopero in posizione più visibile (ad esempio sulla macchina di emissione dei biglietti) o di avvisare con un anticipo più ampio, anziché con tre-quattro minuti."

"Allucinante: 3 addette a dir poco vergognose che fanno conversazione, intrattenendosi palesemente per lavorare meno o creare disagio per non so bene quali oscuri motivi!!! Vanno avanti e indietro dal retro con fila di gente crescente che aspetta, sono almeno 15' che l'addetta del 3° sportello, dopo aver lentamente servito l'ultimo cliente, con la fila di gente, lavora al pc e parla al cellulare!! Mai visto 3 donne così inette e frustrate... aggiungo foto ora: su 3 sportelli "attivi° solo uno "lavora" !! Con 12 persone in attesa!!! VERGOGNOSE"