H&M

"Solo perche sono entrato con dei miei amici (e siamo adolescenti) ci hanno cacciato e il personale è maleducato"

"Compro spesso da h&m ma in questo punto vendita mi sono trovata davvero male. Ho chiesto ad una ragazza del personale la taglia di un paio di pantaloni che non era esposta (nuova collezione) e, senza nemmeno verificare, mi è stato risposto in modo scortese che se non era esposta non ce l'avevano. Sono andata subito dopo ad h&m al Rondò dei Pini (bennet) e una ragazza gentilissima mi ha fatto un controllo e mi ha detto che in realtà h&m in via Italia aveva disponibile la taglia che cercavo e addirittura ne avevano ancora 4 pezzi! Evidentemente la persona a cui avevo chiesto non aveva voglia di fare un semplice controllo..."

"Negozio elegante: un layout ben curato, intuitivo e ben strutturato. Situato nel pieno centro storico di Monza, punto di riferimento per lo shopping. Sono stato aiutato in cassa da Andrea per registrare la mia carta fedeltà, ricevendo subito uno sconto. La sua gentilezza è stata contagiosa."

"Rispetto agli standard negozio molto ordinato, personale molto cordiale e attento ai bisogni delle clienti, in particolare Andrea alla cassa"

"Sono andata a fare gli acquisti per il mio bambino in H&M di Via Italia, Monza. Quando sono in cassa, la ragazza gentilmente mi spiega che potrei aggiungere un pezzo in più, visto che c'era una promo 3x2. Sono andata a cercare la terza maglietta e chiedo a una donna se mi poteva aiutare a capire se potevo scegliere un'altra, visto che le due già prese non stavano insieme. - Lei: "Da qua non la può prendere, questa parte non c'entra con la promo 3x2" - Io: "Ma una di quelle che ho già preso, era qua". - Ripete lei con più forza: "Le ho già detto che non c'entrano queste". - Io mi sposto e inizio a cercare dove mi aveva segnalato lei. Si avvicina ed inizia a parlare sempre col tono più alto. - Io: "Faccio io, non ti preoccupare, sei molto agitata e mi stai urlando in faccia". In questo momento ha detto (e non una, ma tre volte): "IL PROBLEMA, SIGNORA, E' CHE LEI NON PARLA LA MIA LINGUA. LEI NON PARLA L'ITALIANO. NON PARLA LA MIA LINGUA E NON CAPISCE; QUESTO E' IL VERO PROBLEMA". Sono rimasta male. Le ho subito risposto che forse non parla lei quelle che parlo io, e forse avrei dovuto rimanere zitta, ma ho pensato subito alle persone non italiane che sono in Italia per tanti motivi, lavorando forte, e sopratutto a tanti italiani che come me, hanno vissuto fuori e sono stati anche loro dei migranti in luoghi lontani, lavorando tanto, facendo una vita, tanti che sono ancora fuori. Le ho anche detto che avrei fatto la segnalazione, e si avvicina ancor di più, meno di un metro, anzi meno di 50 cm (a prescindere del COVID) e mi URLA in faccia: - "La faccia pure!!! Sono Francesca, e sono io la massima responsabile in questo negozio." - Ancora rispondo: Allora, faccio l'escalation e vado anche sopra di te... E finisco con queste parole (tra lacrime di rabbia, umiliazione ed impotenza): "Mi dispiace se le cose non stanno andando bene per te a casa, ma non hai il diritto di trattarmi in questo modo". Torno in cassa, sto male, non riesco a finire le parole, e la gentilissima ragazza sbalordita per quanto successo mi spiega che non era lei la responsabile, e mi chiede scusa in nome della sua collega. Sono già molto giù per continuare a parlare, pago ed esco convinta di dover comunicare quanto successo, per evitare che si verifichi di nuovo una situazione di razzismo, xenofobia o discriminazione di qualsiasi tipo. Parlo a nome di coloro che davvero NON hanno le parole per manifestare un atto come questo. Questa non è l'Italia che mi piace. Non sono tornata, con il mio accento sbilanciato e le mie aspettative di fare tante cose belle, per dover provare cose del genere."